Educazione e politica: il massimo dell autorità con il minimo del potere

Anna Maria Piussi

Resumo


Questo articolo affronta un interrogativo del nostro tempo: quanto potere ha l’educazione, in un mondo in cui tutto sembra messo sottosopra – il politico (la macchina politica), le fonti di legittimazione, i sistemi simbolici e valoriali, le forme del legame sociale, i linguaggi, i rapporti tra culture? un mondo in cui l’istruzione e la formazione stanno diventando sempre più beni privatizzati funzionali al sistema neoliberista? Propongo una nuova alleanza tra educazione e politica, sottraendo entrambe ai significati e alle pratiche oggi dominanti centrati sul potere, e ridefinendole nell’orizzonte che ad esse compete, quello dell’autorità. Un’autorità riguadagnata alle sue radici femminili dalla politica e dal pensiero della differenza sessuale sviluppati soprattutto in Italia, Spagna e Francia, che ci orienta nel mondo secondo il criterio de “il massimo dell’autorità con il minimo del potere”. Allora la linea mobile del legame tra educazione e potere, come tra politica e potere, può spostarsi verso l’autorità, intesa come “capacità di accrescere” e dare nuove possibilità al mondo comune e alla singolarità umana, perché questa linea passa attraverso di noi in prima persona in relazione con altre e altri, e proprio a queste condizioni abbiamo la possibilità di produrre effetti nella realtà di cui siamo parte, trasformando i contesti e le relazioni per rigenerare e arricchire la vita pubblica.

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